Tappe del linguaggio infantile

TAPPE EVOLUTIVE DEL LINGUAGGIO

Lo sviluppo della comunicazione e del linguaggio avviene attraverso una serie di fasi che si susseguono una all’altra in tutti i bambini. Va ricordato, tuttavia, che esiste una notevole variabilità individuale sia per i tempi e i modi con cui le varie tappe vengono raggiunte

Primo mese

Fin dalla nascita, il bambino è predisposto a comunicare.

I neonati sono particolarmente sensibili ai volti umani e ai loro occhi; prediligono la voce femminile, in particolare quella della mamma, con cui interagiscono attraverso alcune espressioni facciali (movimenti delle labbra, apertura della bocca, protrusione della lingua) e con una serie di comportamenti come il pianto e alcune smorfie, ecc.

Tale comunicazione viene definita come “preintenzionale”, poiché il bambino non ha ancora una intenzionalità comunicativa nei confronti degli altri; suoni e le espressioni facciali  prodotte sono risposte riflesse innate che appartengono alla specie umana e che corrispondono ai suoi stati d’animo

(ad esempio sorriso: stato di benessere e sazietà dopo una buona poppata, pianto con occhi chiusi, bocca aperta e fronte corrugata: dolore, disagio: bocca a “u rovesciata” e occhi aperti; stato neutro: bocca aperta a “o” e occhi aperti e ancora lamenti di dolore o disgusto, gridolini di gioia, sospiri e starnuti in caso di stress/sovrastimolazione, suoni gutturali, ruttini, sbadigli).

Tutte questi suoni/espressioni facciali, e soprattutto il pianto, sollecitano una tempestiva risposta dei genitori e diventano progressivamente una prima forma di comunicazione tra loro e il neonato. Verso la fine del primo mese compare il “sorriso sociale”: il neonato risponde con un sorriso al sorriso colmo di emozioni ed amore della mamma, del papà o di chi si prende cura di lui). Il sorriso non è più una risposta riflessa ad uno stato interno di benessere, ma ha un significato comunicativo.

Verso i due mesi

Compaiono le prime produzioni di suoni simili ai suoni della lingua di appartenenza, definite “tubare” (“cooing”) e costituite da vocali ripetute. Il tubare vene prodotto dal lattante (viene definito cosi un bambino dal II mese di vita fino allo svezzamento) quando è contento e consentono l’esercizio dell’apparato vocale. Il bambino, infatti, ripete con entusiasmo i nuovi suoni, cosi come gli strilli e gorgoglii  e in tal modo esercita gli organi della fonazione.

Verso i tre mesi

inizia la fase del balbettio, costituita da vocali semplici o unite a consonanti (ma-na-da-go). Tali  produzioni sono delle “protoconversazioni”: il bambino sembra rispondere all’adulto che gli parla, rispettando veri e propri “turni di conversazione”.

Verso i sei mesi

Il bambino inizia ad imitare dei suoni semplici prodotti dall’adulto, ma che appartengono al proprio repertorio.

Compare, inoltre, la lallazione (“babbling canonico”) che consiste nella ripetizione di brevi silabe (ma-ma-ma, pa-pa-pa, ta-ta-ta). Progressivamente tale fenomeno diviene sempre più variegato e complesso, tanto che alcuni genitori pensano che il bimbo abbia pronunciato delle vere e proprie prime parole.

Verso i 12 mesi

Tra i 9 e i 13 mesi compaiono le prime parole. In genere sono parole cher indicano le persone che li accudiscono o che stanno loro vicino (mamma, papà, fratellini) o di oggetti di uso quotidiano (cibo, giocattoli, vestiti) o azioni abituali (dormire, salutare, vestirsi, fare il bagnetto, negare, affermare…).

Le parole assumono spesso il significato di una “olofrase” (ad es “pappa”: voglio fare la pappa, “nanna”: voglio fare la nanna)

In tale periodo, inoltre, compare la capacità di indicare con un dito, o anche estendere il braccio e aprire e chiudere la manina, per esprimere una richiesta e l’attenzione condivisa (il bambino indica un oggetto e poi guarda l’adulto per vedere la sua reazione, per condividere).

Il bambino, inoltre, dimostra di comprendere il significato di alcune parole e istruzioni semplici (vedasi tappe sviluppo 12 mesi)

Tra i 15 e i 20 mesi

Vi è l’espansione del vocabolario sia per quanto riguarda la comprensione che l’espressione.

A 15 mesi dice spontaneamente alcune parole riconoscibili (circa 2-6), usandole nel contesto appropriato e ne comprende molte di più.  Mostra di capire parole nuove ogni settimana. Comprende ed esegue istruzioni semplici, ad es: “Non toccare”, “Dammi la macchinina”, “Vieni a tavola”.

A 18 mesi usa tra le 6 e le 20 parole riconoscibili. Ne comprende molte di più. Ripete la parola più importante o più in evidenza, oppure l’ultima di brevi frasi. Chiede un oggetto desiderato, indicandolo con il dito e producendo vocalizzi forti ed insistenti, oppure singole parole, controllando che l’adulto abbia compreso. “Chiacchera” in continuazione tra sé e sé durante il gioco con un tono conversazionale e modulazioni emotive, simili a quelle del linguaggio degli adulti, ma producendo parole/ suoni per la maggior parte non “comprensibili”

Da tale periodo si assiste ad una esplosione del linguaggio e della capacità di comporre frasi sempre più complesse e articolate.

A 20 mesiil numero di parole riconoscibili è all’incirca  triplicato, cosi come il numero delle parole comprese.

Tra i  2 e i 3 anni

Lo sviluppo grammaticale ha una rapida accelerazione, che porta all’acquisizione delle regole morfosintattiche fondamentali della propria lingua madre. La lunghezza media delle frasi aumenta progressivamente: compaiono le prime proposizioni dichiarative ed è presente l’accordo soggetto-verbo.

A due anni usa in modo appropriato circa 50 parole o più riconoscibili e ne comprende un numero molto più elevato. Combina 2 o più parole per formare frasi semplici. Presta attenzione a chi parla e ascolta con interesse le conversazioni. Si riferisce a se stesso usando il proprio nome. Produce dei lunghi  monologhi mentre gioca, pressoché incomprensibili agli altri. Mostra quasi sempre il fenomeno dell’ecolalia, vale a dire la ripetizione di una o più parole scandite. Chiede molto spesso i nomi di persone e oggetti

A tre anni ha un vocabolario ampio, comprensibile anche agli estranei. Sa dire il proprio nome e cognome, sesso e a volte l’età. Usa correttamente i pronomi personali, i plurali e la maggior parte delle preposizioni. Partecipa a conversazioni semplici ed è capace di descrivere brevemente alcune esperienze avute. Fa molte domande su “Cosa”, “Dove”, “Chi”. Conosce alcuni concetti come “Grande”, “Piccolo”, “Uguale”

Tra i 4 e i 5 anni

I bambini raggiungono progressivamente un linguaggio fluente e corretto dal punto di vista grammaticale e fonologico.

A 4 anni parla in modo grammaticalmente corretto e intellegibile. Possono persistere alcune sostituzioni fonetiche (ad es la c con la s, bisi anziché bici) o gruppi consonantici semplificati (ad es ”gande” anziché “grande”). Pone continue domande: “Perché”?, “Come”?, “Quando”? Comprende alcuni concetti astratti: ”Prima”, “Dopo”, “Se”. Comprende la differenza tra passato, presente e futuro.

A 5 anni parla fluentemente e correttamente dal punto di vista grammaticale e fonologico. Può persistere qualche confusione con la lettere “r” , “s”, “l”. Gli piace farsi raccontare delle storie che poi mette in scena con i suoi amichetti. Sa dire il proprio nome, cognome, indirizzo ed età e data di nascita. Comprende i concetti di tempo e sequenza. Usa i termini come prima, dopo, ultimo. Chiede in continuazione il significato di parole astratte e riesce ad usarle in modo appropriato.

Dott.ssa Beatrice Dugandzija
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