Definizione

E’ un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta con la difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici, in assenza di deficit intellettivi e neurologici.

E’ una difficoltà esecutiva della scrittura manuale corsiva che si traduce in:

  • grafia difficilmente leggibile;
  • scrittura chiara, ma prodotta da mano eccessivamente lenta e irrigidita nel gesto grafico;
  • gesto esecutivo che produce dolore ed eccessivo affaticamento.

Le scritture disgrafiche si distinguono da quelle disortografiche in quanto coinvolgono unicamente le competenze grafo-motorie e non quello fonologiche, ortografiche o linguistiche. In molti casi, tuttavia, le difficoltà di scrittura sono miste: bambini con difficoltà disgrafiche presentano anche disortografia.

Cause della Disgrafia

  • Difficoltà di pianificazione e recupero degli schemi motori (ad esempio confusione tra lettere con schemi motori simili, come la a-d, m-n, q-g autocorrezioni)
  • Apprendimento e automatizzazione di strategie di scrittura inappropriate (ad esempio movimento di scrittura non funzionale alla progressione da sinistra verso destra)
  • Difficoltà prevalentemente visuo-spaziali (difficoltà nel rispetto delle regole riguardanti la disposizione spaziale di lettere e parole tra loro all’interno delle righe e all’interno della pagina, mancato rispetto dei margini del foglio, capovolgimento delle lettere, macro/micrografie, lettere fluttuanti rispetto al rigo)
  • Difficoltà principalmente posturali e motorie (difficoltà a mantenere una postura corretta, prensioni della penna alternative problematiche, difficoltà nella modulazione della pressione, eccessiva lentezza)
  • Difficoltà di controllo motorio durante l’esecuzione dei movimenti (Dismetrie, vale a dire inefficienza del sistema motorio nell’usare le informazioni visive disponibili per controllare e dirigere la traiettoria del movimento. Perseverazioni, vale a dire difficoltà che riguardano l’inibizione di un’azione per produrne una successiva, cioè il bambino non riesce a fermare in tempo la penna prima di passare alla lettera seguente; sono correlate a difficoltà attentive o impulsività nello scrivere).

Tipi di Disgrafia

Si possono riscontrare alcuni sottogruppi:

  1. Scrittura rigida: scrittura inclinata a destra, curve delle lettere trasformate in angoli, lettere alte e strette, righe ravvicinate, progressione a scatti.
  2. Scruttura astenici, molli: tracciato all’opposto del precedente molto irregolare, poco controllato, fatto di lettere piccole, arrotondate, di dimensioni irregolari. Il tracciato appare fluttuante, indeciso. Le righe salgono e scendono (“danzanti”).
  3. Scruttura impulsiva: il controllo è molto scarso per incapacità o disinteresse; le forme sono imprecise, “tirate via” per eccessiva fretta e per dinamismo del movimento.
  4. Scrittura maldestra: forme poco proporzionate, ritoccate; difficoltà di legare tra loro le lettere; cattiva organizzazione della pagina; alterazione degli spazi e delle righe; aspetto complessivo confuso e disordinato.
  5. Scrittura lenta e precisa: eccessivo controllo, precisione e lentezza.
  6. Crampo dello scrivano: tipico sintomo psicomotorio che si manifesta attraverso intensa contrazione muscolare o importanti modificazioni toniche a livello della spalla, avambraccio, dita; fenomeni dolorosi nel corso della attività grafica che compaiono quando occorre velocizzare la prestazione; arresto forzati con necessità di scuotere il polso per continuare a scrivere.

Solo la scrittura lenta e precisa è individuabile allo stato puro. Gli altri sottogruppi sono più spesso sovrapposti. In particolare la scrittura maldestra presenta spesso caratteristiche di rigidità o mollezza e astenia o impulsività. La maldestrezza può essere considerata l’elemento centrale del sintomo disgrafico, osservabile nella maggioranza dei casi. Esistono delle scale di valutazione specifiche per valutare il grado di disgrafia.

Terapia e Cure per la Disgrafia

E’ possibile con determinati esercizi effettuare una rieducazione della scrittura,

In presenza di errori ormai consolidati, ad esempio, un intervento di recupero deve mirare a:

  • correggere le strategie disfunzionali attraverso il graduale ri-apprendimento di movimenti nell’esecuzione del gesto grafico  corretti,
  • effettuare esercizi per migliorare la consapevolezza nell’utilizzo dello spazio grafico,
  • correggere le posture scorrette,
  • consolidare gli schemi motori appropriati appresi.

E’ importante sapere che è condivisa l’idea che non sia sempre utile proporre un cambio di prensione quando questa non è convenzionale, a meno che non si manifesta una reale necessità.

La valutazione delle prensioni atipiche in bambini con difficoltà̀ di scrittura deve tener conto del fatto che tali prensioni possono rappresentare già la scelta più funzionale per affrontare il compito di scrittura.

In presenza di errori ormai consolidati un intervento di recupero deve mirare a correggere le strategie disfunzionali attraverso il graduale ri-apprendimento di movimenti e modalità di collegamento corretti.

Dott.ssa Beatrice Dugandzija
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