Trattamento della Dislessia
I principali metodi di trattamento della dislessia sono i seguenti: trattamento sublessicale, neuropsicologico, lessicale, Davis-Piccoli, percettivo-motorio e metodo balance.
Trattamento sublessicale
Si fonda sul principio per cui l’apprendimento della lettura avviene attraverso una graduale automatizzazione del riconoscimento di gruppi di grafemi (ad es. sillabe) rilevanti da un punto di vista linguistico. Solitamente viene svolto con esercizi di lettura al computer al fine di aumentare l’automatizzazione nel rilevare lettere e sillabe.
Esistono tre metodi differenti: subelessicale breve (esercitazione di 10-15 minuti eseguita a casa, tutti i giorni, per tre mesi); lungo (esercitazione di 5-10 minuti a casa, tutti i giorni, per sette mesi); con mascheramento percettivo (lettura di testi con mascheramento percettivo per10 minuti al giorno eseguto a casa per tre mesi)
Trattamento lessicale
Questo trattamento ritiene che la dislessia sia una difficoltà nel riconoscere globalmente le parole; esso prevede un allenamento a leggere parole con presentazione tachistoscopica (rapida) al computer per automatizzare la lettura.
Trattamento neuropsicologico
A differenza degli altri, è un trattamento difficilmente riassumibile perché non prevede una sequenza standard di esercizi. È individualizzato in base al profilo del paziente. Questa categoria racchiude una serie di attività che hanno lo scopo di trattare anche altre componenti del sistema cognitivo (come l’attenzione e le funzioni esecutive), oltre alla lettura.
Trattamento secondo il Balance Model (Bakker, 1992)
Si basa sul principio per cui la lettura è il frutto di un equilibrio tra l’attività dei due emisferi cerebrali (analisi visuo-percettiva dell’emisfero destro e anticipazione/integrazione su base linguistica dell’emisfero sinistro); la causa della dislessia consisterebbe in uno sbilanciamento dell’attivazione di uno o entrambi gli emisferi. A seguito di questa teoria sono state individuate tre tipologie di dislessia: dislessia percettiva (ipoattivazione emisferica sinistra – lettura lenta ma piuttosto corretta); dislessia linguistica (ipoattivazione emisferica destra – lettura veloce ma inaccurata); una dislessia mista (ipoattivazione di entrambi gli emisferi e scarsa integrazione fra loro) con caratteristiche tipiche di entrambe le due precedenti. Il trattamento previsto consiste nella presentazione tachistoscopica (rapida) di parole o brevi frasi in diverse posizioni spaziali in base a come viene interpretato il deficit di lettura.
Trattamento Davis-Piccoli (Godi, 2002)
Prende spunto dal modello di Davis e Braun (1998), secondo il quale la dislessia sarebbe dovuta a problemi a livello della capacità attentiva visiva. Consiste in compiti volti a favorire lo sviluppo di un focus attentivo con l’obiettivo di riconoscere velocemente le parole, allenamenti nella discriminazione spaziale dei grafemi e di incremento delle abilità di sintesi fonetica. Il programma prevede 8 incontri strutturati con uno specialista e di esercizi da effettuare a casa per 20 minuti al giorno;
Trattamento percettivo motorio (Benetti, 2002)
Noto anche come metodo Delacato (1980), si basa sull’assunto che l’apprendimento della lettura avvenga in relazione allo sviluppo di alcuni schemi motori che costituiscono la motricità grossolana (camminare a carponi, sviluppo della lateralità della mano, coordinazione oculo-motoria); il trattamento prevede anche esercizi di discriminazione visiva; ha una durata di 20 minuti per seduta, è eseguito per la maggior parte nella propria abitazione con supervisioni mensili da parte degli specialisti.
Trattamento visivo
Ha l’obiettivo di migliorare i processi oculari, visivi e i disturbi visuopercettivi (Sheril et al., 2011).
I metodi che sembrano aver mostrato un miglioramento significativo nelle performance di lettura, soprattutto per quanto riguarda la velocità (vedasi lo studio di Tressoldi e Vio, 2011), sembrano essere essenzialmente quattro: sublessicale, neuropsicologico, balance e lessicale. I parametri usati per testarne il successo sono stati la differenza nella velocità di lettura pre e post-trattamento su parole, non parole e brano.
Mentre tutti e quattro appaiono ugualmente efficaci sulla lettura di brano, i primi due permettono un miglioramento significativamente superiore gli altri anche nei parametri di lettura di parole e non parole. Va evidenziato che Il trattamento neuropsicologico, rispetto a quello sublessicale, necessita di una mole di lavoro più elevata.
Tuttavia un trattamento neuropsicologico che preveda sia il potenziamento delle funzioni specifiche meno efficienti del singolo individuo, sia il potenziamento delle funzioni trasversali che possono modulare tutti i compiti più specifici (come le varie componenti dell’attenzione e delle funzioni esecutive), sembrerebbe condurre a risultati molto più estesi rispetto alle sole velocità e la correttezza della lettura. Molti studi, infatti, hanno messo il luce l’importanza che alcune componenti, come la memoria di lavoro verbale e visuospaziale, hanno nella comprensione del testo (Dahilin, 2011; Chein, & Morrison, 2010) e nel calcolo (Holmes et al., 2009). Gli esercizi che stimolino le funzioni trasversali, oltre a quelli mirati specificamente alla lettura, possono contribuire a migliorare la capacità di apprendere dei soggetti affetti da dislessia.
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