Depressione nei bambini e adolescenti

La Depressione nei bambini e adolescenti

E’ un grave disturbo che colpisce ogni anno circa il 5 % della popolazione generale.

Diversamente da una normale sensazione di tristezza o di un passeggero stato di cattivo umore, la Depressione nei bambini e/o adolescenti presenta caratteristiche di persistenza e può interferire pesantemente sul modo di pensare, sul  comportamento, sulle condizioni dell’umore, sull’attività ed il benessere fisico.

Una considerevole parte (oltre la metà) di coloro che sono stati colpiti da un primo episodio di depressione potranno presentare altri episodi depressivi durante il resto della vita. Alcune persone sono colpite da più episodi durante l’anno; in questo caso si parla di Depressione Ricorrente.

Qualora non vengano curati, gli episodi di depressione possono durare dai sei mesi a un anno.

E’ molto importante cercare di intervenire tempestivamente perché la prognosi migliora molto se le cure vengono avviate in tempo.

Sintomi

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali alla sua V revisione (noto anche con la sigla DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders),  i principali sintomi dell’Episodio Depressivo Maggiore sono i seguenti:

Almeno 5 dei seguenti sintomi per almeno due settimane, associati a una compromissione significativa del funzionamento sociale, lavorativo (scolastico) o di altre aree importanti:

  • Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. Nei bambini e adolescenti l’umore può essere irritabile
  • Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (anedonia).
  • Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno.  Nei bambini si considera l’incapacità di raggiungere adeguati livelli ponderali.
  • Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.
  • Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
  • Sentimenti di autosvalutazioneoppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.
  • Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno.
  • Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.

Nella maggior parte dei casi la depressione si configura come disturbo depressivo maggiore, cioè un decorso clinico caratterizzato da più episodi depressivi maggiori; nel 50-60% dei casi, infatti, un episodio depressivo maggiore sarà seguito da un ulteriore episodio depressivo, portando quindi alla formazione di un disturbo depressivo.

I bambini non hanno ancora una buona capacità di verbalizzare e comunicare il loro malessere e la loro sofferenza; essa, pertanto, viene espressa attraverso il loro comportamento o attraverso il loro corpo (sintomi somatici).

In età prescolare i sintomi depressivi nel bambino sono prevalentemente sintomi somatici (inappetenza, sonno disturbato, eczemi, dolori alla pancia ricorrenti e non giustificati da altre cause mediche, cefalea…), il ritardo psicomotorio (ritardo nell’acquisizione delle varie tappe di sviluppo) e la difficoltà a rispondere alle interazioni sociali.

In età scolare il bambino depresso è triste, svogliato, ha un rallentamento psicomotorio, un calo del rendimento scolastico e una riduzione degli interessi per le tutte le attività/giochi piacevoli; può, inoltre, avere incubi notturni con frequenti risvegli o fenomeni di enuresi notturna (fa pipì a letto). Il bambino depresso può, tuttavia, essere anche una “piccola peste” (“Depressione mascherata” o ”Equivalenti depressivi”) mostrandosi iperattivo, irritabile, aggressivo, distruttivo e con crisi esplosive. Possono essere frequenti, inoltre, i sintomi somatici presenti nell’età prescolare

A scuola, a causa del suo rallentamento psicomotorio o della sua iperattività, incontra notevoli difficoltà a concentrarsi e a portare a termine i compiti.

A volte si riscontrano infortuni ripetuti, comportamenti pericolosi, condotte autolesive.

Nel bambino, circa il 40—70% dei casi, è associato ad una  sintomatologia ansiosa come  il Disturbo d’Ansia di Separazione, il Disturbo d’Ansia Generalizzato, il Disturbo d’Ansia Sociale, la Fobia della Scuola o altre fobie.

Depressione in adolescenza

In adolescenza la sintomatologia è sovrapponibile a quella dell’adulto, sebbene possano persistere alcuni sintomi caratteristici dell’infanzia. Nell’adolescente, pertanto, prevalgono l’anedonia (incapacità a provare piacere), le difficoltà scolastiche, il senso di impotenza, l’ipersonnia, i cambiamenti di peso (spesso associati a disturbi della condotta alimentare) e i tentativi di suicidio.

La depressione in adolescenza può manifestarsi anche con comportamenti ” ribelli” e trasgressivi, quali uso di droghe o alcool, promiscuità sessuale, risse, crisi esplosive, comportamenti spericolati, furti, fughe e altri condotte delinquenziali. Questi comportamenti (“Depressione mascherata” o ”Equivalenti depressivi”) sono una sorta di difesa contro l’angoscia e il dolore insostenibile che li attanaglia. A volte si riscontrano infortuni ripetuti e condotte autolesive.

Nell’adolescente circa il 40—70% dei casi, è associato ad una  sintomatologia ansiosa come il Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo d’Ansia Sociale, gli Attacchi di Painico, la Fobia della Scuola o altre fobie.

Cause della Depressione nei bambini e adolescenti

I numerosi studi scientifici riguardanti le cause della depressione concordano su un “modello bio-psico-sociale”. Ciò significa che le cause sono molteplici e variano da soggetto a soggetto (ereditarietà, genitori affetti da depressione, relazioni precoci non sufficientemente adeguate, lutti, problematiche lavorative, contesto sociale non adeguato…). In particolare i due fattori principali sembrerebbero essere: il fattore biologico (maggiore predisposizione genetica a sviluppare la malattia) e quello psicologico (una o più esperienze negative, soprattutto se avvenuta durante l’infanzia, hanno generano una vulnerabilità maggiore a sviluppare la malattia). La vulnerabilità biologica e psicologica, se entrambe presenti, possono interagire fra di loro, ma non necessariamente provocare l’insorgere del disturbo.

Un soggetto vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non si verifica un evento in grado di scatenare il disturbo e se è stato in grado di costruire delle buone relazioni sociali. L’evento scatenante può essere un “evento negativo o di perdita” (un lutto, la perdita del lavoro, la fine di una relazione ecc…) oppure un evento “positivo”, ma  che abbia in qualche modo anche una connotazione di perdita (la nascita di un figlio che limita la libertà, la laurea a cui segue la perdita dello status di studente, etc.) o la mancanza di eventi positivi per i quali ci si è  molto impegnati  (ad es. una promozione).

Allo stato attuale non esistono esami di laboratorio che abbiano una sufficiente sensibilità e specificità per essere usati come strumento diagnostico della depressione. Lo stato depressivo, nello specifico la melanconia e il rischio suicidario, sembrerebbero essere associati ad una iperattività dell’Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene. Studi molecolari hanno ipotizzato anche la presenza di varianti genetiche di fattori neurotrofici e delle citochine infiammatorie. Gli studi di Neuroimagining funzionali hanno rilevato anomalie dei circuiti che sono deputati alla elaborazione/regolazione delle emozioni, la ricerca delle ricompense (Sistema limbico) negli adulti affetti da Depressione Maggiore.

Dott.ssa Beatrice Dugandzija
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