Tics nei Bambini

I movimenti a tipo “tics” sono molto frequenti nei bambini, anche nei più piccoli, e non di rado fonte di preoccupazione per i genitori, che spesso si ritrovano impreparati su come poterli affrontare e gestire.

Definizione di Tics

Si tratta di brevi movimenti, improvvisi e involontari, che il bambino si ritrova a fare suo malgrado, senza che siano finalizzati a qualcosa. Ad esempio delle smorfie del volto (strizzare le palpebre, aprire la bocca..) ma anche devizioni del capo o degli arti.

I tics possono anche essere inibiti momentaneamente, il bambino può essere perciò in grado di controllarli per un breve periodo (magari proprio durante la visita dal medico perchè se ne vergogna!), ma poi invariabilmente ricompaiono; quando il bambino si addormenta scompaiono completamente.

Spesso possono avare un andamento “fluttuante”, per cui sembrano completamente scomparsi mentre dopo un certo periodo ricompaiono, ma in genere la tendenza è  comunque quella di scomparire con la crescita, non necessitando quindi di interventi particolari.

Più spesso le difficoltà psicologiche, se concomitanti, non costituiscono la causa ma piuttosto la conseguenza dei tics, che, soprattutto in adolescenza possono essere avvertiti con una sorta di “fastidio”, la cosiddettta “urgenza premonitoria“; è anche vero tuttavia che i tics tendono a peggiorare nelle situazioni di stress e che condizioni di iperattività e/o difficoltà attentive, tratti ossessivi o altre condizioni psicologiche possono risultare compresenti.

Gestione dei Tics

Di fronte a un bambino con tics è bene quindi innanzittutto non lasciarsi “spaventare” dal fenomeno ed essere consapevoli che si tratta per lo più di un fenomeno passeggero; è importante non cercare di impedire al bambino i movimenti (gli procurereste solo una dose di stress aggiuntiva e non otterrreste comunque nessun risultato!) e cercare di mantenere un atteggiamento il più possibile empatico ed accogliente, verificando anche se possono essere presenti fattori di stress per il bambino e se questi possano essere modificabili.

Nel caso il fenomeno si prolunghi e si intensifichi nel tempo è bene far valutare il bambino da un Neuropsichiatra Infantile/Neurologo pediatrico che dopo la valutazione potrà darvi ulteriori indicazioni; ad esempio potrà talora consigliarvi alcuni esami del sangue per escludere una componente infettiva, peraltro rara, che andrebbe nel caso gestita.

Un approfondimento psicologico e/o un supporto psicologico di sostegno per il bambino e i genitori possono talora rendersi necessari.

Raramente è necessario ricorrere al supporto di psicofarmaci, che soprattutto nei più piccoli hanno un uso molto limitato. E’ bene comunque sapere che esistono dei farmaci, ad esempio nella categroria dei neurolettici, in grado di contrastare il fenomeno e che in alcune situazioni possono essere utili, quantomeno per un determinato periodo.

Sindrome di Giles de la Tourette

Molto più rari sono i casi della cosiddetta “Sindrome di Giles de la Tourette” in cui, oltre a tic motori multipli sono presenti anche uno o più tic vocali (“tirare su col naso”, “schiarirsi la gola”) e la sintomatologia, spesso piuttosto eclatante, dura da almeno un anno, in genere associata ad altri disturbi come il disturbo della condotta, l’ADHD (deficit dell’attenzione con iperattività) o il Distrubo Ossessivo Compulsivo. In tal caso la compromissione è in genere più “allargata”, con possibilità di comportamenti socialmente inappropriati, difficile controllo della rabbia, comportamenti autolesivi; se lo specialista pone diagnosi di Sindrome di Giles de la Tourette più spesso consiglierà un intervento “multimodale” in cui a terapie psicocomportamentali possono essere associate terapiae psicofarmacologiche.

Dr.ssa Antonella Giacobbe
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