Buongiorno drssa Dugandzija,
ho una figlia di 11 anni che frequenta la 1 media dell’anno scolastico iniziato a settembre 2020. La bambina ha fatto un buon inserimento all’inizio dell’anno scolastico, sia a livello di socializzazione che didattico, ma dopo circa 1 mese e 1/2 ha iniziato a cambiare comportamento: distratta in classe, mancanza di concentrazione, disturba i compagni con interventi e battute e calo del rendimento scolastico.
Tutto questo ha continuato in peggioramento fino alla manifestazione di episodi di veri e propri attacchi d’ansia. La bambina si è molto spaventata ed ora ha un rifiuto scolastico, non vuole proprio andare a scuola.
A detta di mia figlia, non è successo nulla a scuola di determinante che abbia causato questo attacco d’ansia. Mia figlia purtroppo già in passato aveva presentato una certa fragilità e sensibilità attraverso tic nervosi e agitazione comportamentale, dovuto a delle dinamiche sempre scolastiche non gestite in maniera idonea dalla scuola.
Io mi sono già rivolta ad un professionista in psicoterapia dell’età evolutiva, ma i tempi sembrano lunghi ed io sono disperata perché ho paura che la bambina faccia sempre più fatica a rientrare a scuola. Oltre a rischiare di perdere l’anno scolastico.
Come posso accelerare i tempi facendo un rientro della bambina a scuola, sereno e tranquillo, dove lei si possa sentire a suo agio?
La ringrazio molto per la sua risposta.
Marta
Cara Signora,
il rifiuto scolastico, sia nei bambini della scuola primaria, che nei ragazzi della scuola secondaria è l’espressione di un profondo disagio psicologico, in genere a base ansiosa o depressiva, in cui spesso la scuola o lo studio non sono la causa principale, a meno che si siano verificati eventi particolarmente avversi in tale contesto.
Quando il disagio è molto forte un bambino ma anche un adolescente non ha la capacità di investire le proprie energie psichiche anche nello studio e negli aspetti sociali e relazionali che la scuola richiede.
Vedrà che a poco a poco grazie ad un lavoro psicoterapeutico che vada a toccare le origini dei suoi sintomi ansiosi (tra cui i tics, le difficoltà di concentrazione, la disregolazione emotivo-comportamentale e gli attacchi di panico) associato anche ad un lavoro che coinvolga voi genitori e le dinamiche relazionali della vostra famiglia, sua figlia riuscirà a sentirsi più serena e poi sicura nelle relazioni con i pari, con i professori e più libera e più capace di dedicarsi allo studio.
Mi farebbe piacere ricevere nel prossimo futuro vostre notizie e sapere come sta evolvendo la situazione.
Beatrice Dugandzija