Buona sera dottoressa
sono mamma di un bambino di 5 anni.. molto preoccupata per mio figlio per come sti comporta a casa e a scuola: intanto le dico sono ragazza madre il papà di mio figlio non ha riconosciuto il bambino e a 9 mesi del bimbo si è tolto la vita…questa cosa ne soffro tantissimo…io ho sempre lavorato e quindi ho sempre lasciato mio figlio con i miei fino all’anno e mezzo del bimbo, Mio figlio è nato prematuro di 3 settimane mi dissero che non era preoccupante ed è nato con la ventosa mi dissero che era tutto ok ma aveva una macchia rossa viola in testa aveva la forma di un cerchio…nel primo anno mio figlio si incantava il che chiesi di fare una visita e facemmo l’encefalogramma dissero che era tutt’ok anche la visita con il neuropsichiatra e che sarebbe passato…dopo un po’ lui inizia l’asilo a due anni quindi si confrontava con bambini misti di età dai 2/5 anni i primi periodi era contento poi lo portava mia mamma e a me vedeva solo la sera io uscivo alle 6 del mattino e tornavo a casa alle 17 tempo per stare con lui era poco il che chiedo al lavoro di fare 6 ore per poter avere la possibilità di portare mio figlio a scuola così che la mattina potessimo passare più tempo insieme ma da lì a poco non so cosa sia successo a scuola che lui è cambiato da che era un bimbo dolce affettuoso inizia ad avere un atteggiamento aggressivo il che un giorno la maestra mi dice che mio figlio sta sempre con il ciuccio in bocca a girarselo come se fosse un bimbo autistico.
Io rimango impietrita volevo morire da lì in poi mio figlio non voleva più andare a scuola pianti e pianti sono andata varie volte a loro insaputa a prendere mio figlio a scuola e spesso lo vedevo che stava con un insegnate in un angolo il che chiedo come mai e mi dicevano: ” guardi suo figlio in un determinato periodo della giornata non si tiene allunga le mani disturba” e lo teneva lì in un angolo che gli raccontava la favola dì babbo natale a giugno bha vabbè poi me lo sono trovato con una sculacciata sul sedere, con un livido sul braccio di una mano come se qualche adulto lo avesse preso dal braccio violentemente aveva appena 3 anni il che il comportamento di mio figlio è andato solo a peggiorare.
Oggi ha 5 anni e non si comporta bene a scuola: le maestre di lamentano di continuo che lui è oppositivo aggressivo e allunga le mani e dice parole, ieri ha quasi ferito un suo amico con una matita colpendolo vicino all’occhio io ci sono rimasta malissimo ho pianto tutta la sera ho cercato di fargli capire che ha fatto una cosa gravissima e che per punizione non guardava un video sul telefono e niente giochi e niente nonna a casa a cui è legatissimo. Pensavo avesse capito non mi sono arrabbiata ma gli ho detto che ero molto delusa oggi vado a prenderlo e la maestra ha detto che oggi ha dato della scema alla maestra io gli ho detto che anche oggi sta in punizione e che stavo malissimo perché lui continua così: in macchina gli ho chiesto perché si comporta così e lui fa “ho detto scema alla maestra perche non volevo colorare e lei mi ha sculacciato è messo in castigo” io non so più come mi devo comportare muoio di collera…avevamo fatto un percorso con la psicologa e mi dissero che doveva fare solo psicomotricità perche ha un disturbo dell’emozione. Sono molto in collera non so davvero in cosa sto sbagliando…
Cara Signora,
ci sono tanti aspetti da considerare.
Prima di tutto il trauma che lei e il suo bambino avete vissuto e state ancora vivendo, da quando il padre di suo figlio si è tolto la vita. Il periodo seguente deve essere stato davvero terribile e sicuramente anche il suo bimbo, pur non conoscendolo, ha sofferto molto per il profondo dolore che la sua mamma stava vivendo.
In secondo luogo, la difficoltà di allevare un figlio da sola con un lavoro con orari impegnativi come i suoi.
In terzo luogo è importante sapere che i bambini quando si trovano in un periodo difficile, mettono in atto comportamenti oppositivi e provocatori per difendersi dalla paura, della rabbia, dell’impotenza e della tristezza che tale situazione può genere; è un modo per non sentirsi impotenti e controllare tutte queste emozioni negative.
Il ruolo di noi adulti (i genitori, ma anche quello degli insegnanti) dovrebbe essere innanzitutto quello di accogliere il bambino e fargli sentire che comprendiamo perché è arrabbiato, triste e frustrato in modo che non si senta sbagliato per provare tutte queste emozioni negative e aiutarlo poi a gestire/regolare tali stati in modo più funzionale prima che diventino ingestibili e si verifichino delle situazioni critiche.
Spesso noi adulti anziché esercitare le nostre di funzione di adulti (tra cui accogliere e aiutare i bambini a regolarsi), di fronte agli atteggiamenti sfidanti di questi bambini ci mettiamo al loro livello e ci sregoliamo urlando, picchiandoli o dicendo delle cose che fanno ulteriormente degenerare il quadro.
Penso che sia davvero importante che chieda una consulenza ad un neuropsichiatra e/o psicologo dell’età evolutiva che aiuti soprattutto lei ad aiutare suo figlio ad imparare a regolare il suo stato emotivo.
Spesso è sufficiente solo il lavoro con i genitori che tenga conto di quanto sopra descritto e che la aiuti a trovare delle strategie efficaci (che cambiano da bambino a bambino) per imparare a regolare il proprio mondo emotivo.
Un cordiale saluto
Beatrice Dugandzija