Donald W. Winnicott, uno dei padri della Psicoanalisi infantile e Pediatra scrisse che non esiste la madre perfetta, solo quella “Imperfetta”, ma “Sufficientemente buona”, vale a dire una madre spontanea, autentica che, con le proprie ansie, preoccupazioni stanchezze, scoraggiamenti, sensi di colpa, è in grado di trasmettere sicurezza e amore. E’ in grado di accudire, sostenere il proprio figlio, permettendogli di affrontare progressivamente le frustrazioni che la vita gli riserverà e che gli permetteranno di diventare un uomo adulto
Ecco alcune regole che tutti noi esseri umani dovremmo tenere a mente per aiutare un bambino a diventare un uomo.
- Dare il buon esempio. L’apprendimento avviene soprattutto per imitazione. Tante parole non servono, se poi noi non ci comportiamo come vorremmo che si comportassero i nostri figli. Cerchiamo, anche se a volte è molto difficile, di non urlare, di non dire parolacce, di mantenere la calma, di governare i nostri stati emotivi e di essere coerenti.
- Creare un clima più sereno possibile. La rabbia, l’ansia e la tensione si trasmettono a chi ci sta attorno con la potenza e la velocità delle malattie più infettive, soprattutto ai bambini che, fisiologicamente, sono altamente predisposti ad apprendere nuove cose, e, quindi, ad assorbire più stimoli possibili dall’ambiente. In un ambiente teso ed ansioso, il bambino diventa anch’egli teso, ansioso ed non riesce ad usare a pieno le proprie risorse per acquisire nuove competenze.
- Osservarlo e ascoltarlo. In tal modo imparerà anche lui ad osservarsi e ad ascoltare/comprendere le proprie emozioni e sentimenti. Chiediamogli spesso come si sente, come sta, più che cosa ha fatto (Ad es anziché chiedergli solo: “Cosa hai fatto oggi a scuola, chiedergli prima di tutto: “Come sei stato oggi a scuola?”). Mettiamoci alla sua altezza per guardarlo bene negli occhi quando parliamo con lui, solo così imparerà l’importanza di ascoltare e di ascoltarsi.
- Non dimenticarsi che non è un adulto. I bambini devono poter vivere pienamente la propria infanzia, sperimentando gradualmente frustrazioni e difficoltà adeguate alla loro età. Devono giocare, essere sostenuti e coccolati e non pensare di essere bravi e più amati se assumono comportamenti da adulti. Evitate ad es. di dire “Non piangere, sei grande ormai” “Fai l’ometto”, ma cercate di capire cosa gli sta succedendo.
- Dargli un ritmo di vita regolare. Per il bambino è fondamentale la routine e alcuni piccoli rituali (ad es il rito della buona notte, del risveglio, avere una propria sedia e un proprio posto a tavola, magiare sempre all’incirca agli stessi orari ecc). Gli danno sicurezza, stabilità e dei confini in cui sa di potersi muovere.
- Dedicargli tempo di qualità. Meglio una-due ore al giorno completamente dedicate a lui ascoltandolo e giocando attivamente e spensieratamente, che un tempo più lungo carico di noia e frustrazione da parte nostra.
- Prevenire i capricci. Il capriccio è sempre l’espressione di un bisogno del bambino che non è stato accolto in tempo. Prima di arrabbiarci, chiediamoci che cosa ci è sfuggito, cosa abbiamo sbagliato, che cosa ci vuole comunicare e aiutiamolo a calmarsi, a far scendere il termometro delle emozioni che in quel momento sono troppo elevate, rimanendo per primi noi stessi e calmi.Questo vale non solo per i bambini più piccoli ma anche e sempre per gli adolescenti.
- Essere autorevoli e non autoritari. Essere autoritari e farsi temere dai propri figli, li condurrà al bisogno di ribellarsi e di trasgredire e di nascondere i propri errori e difficoltà. L’essere autorevoli (l’autorevolezza si conquista solo con il buon esempio!) farà si che i nostri figli ci vivano come persone capaci di guidarli, sostenerli, dar loro fiducia e permettere loro di poter sbagliare. Chiediamo a nostro figlio i motivi del suo comportamento, ascoltiamolo, comprendiamolo e sosteniamolo ad affrontare le conseguenze dei suoi sbagli. Non permettiamoci di alzare mai le mani (è vero a volte vorremmo davvero farlo, ma evitiamolo!!!). Le sculacciate, la sberle sono una profonda violazione del rispetto della persona. Non si ottiene in questo modo il rispetto dai nostri figli. Unica cosa che possiamo ottenere è che imparino che i conflitti si risolvono con la violenza, o che i torti o le offese vengono risarciti con la violenza stessa.
- Coltivare la sua fiducia in se stesso. Ogni essere umano nasce con fiducia nella vita e nelle sue possibilità. Tale fiducia si accresce e si consolida se il bambino è circondato da un clima accogliente e supportivo. Evitiamo pertanto paragoni (ad es con altri fratelli o coetanei), giudizi negativi, rimproveri, quando non riesce (o non riesce bene quanto noi vorremmo), in alcune attività. I bambini si demoralizzano, si sentono inadeguati e funzionano peggio, se mettiamo in luce solo le loro debolezze e incapacità. Validiamo le loro risorse e abilità, facendo loro comprendere che ogni essere umano ha abilità, risorse, talenti diversi. Facciamo attenzione alle loro paure, senza ridicolizzarli o sminuirli, ma sotenendoli ad affrontarle.
- Prendersi cura di noi stessi e coltivare, ogni giorno, il nostro entusiasmo e curiosità per la vita. Solo in questo modo avremo l’energia e l’entusiasmo necessari per sostenere i nostri figli a diventare adulti.
Questi consigli, apparentemente così intuitivi e semplici richiedono un lungo e paziente lavoro prima di tutto su noi stessi.
Imparare a riconoscere e a governare i nostri stati emotivi, prendersi cura di noi, mantenere l’entusiasmo e la curiosità per la vita, aumentare la fiducia in noi stessi, dedicarci tempo di qualità richiede fatica e impegno. Ma se superiamo la fatica iniziale, sentiremo subito il benessere che ne deriva e saremo degli Uomini migliori e dei “Genitori sufficientemente buoni”
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